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Posts Tagged ‘russo medio’

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1 settembre 2013 Lascia un commento
Colline dei passeri, lungofiume

Colline dei passeri, lungofiume

Lungo le rive della Moscova….il russo-medio si dedica, giustamente, ad abbronzatura semi-integrale.

No comment /5 – il tassista di stamane

27 agosto 2013 Lascia un commento
no comment /5 - il tassista di stamane

dopo il taxi panda (compagnia di taxi moscovita) il taxi panza

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25 agosto 2013 1 commento
Mosca, fila in un supermercato in centro

Mosca, fila in un supermercato in centro

Il “coatto di Stato”

25 agosto 2013 Lascia un commento
Zaldostanov

Putin riceve il re dei biker e amico, Alexander Zaldostanov

Capello lungo, barba, tatuaggi che arrivano sul collo e spuntano dalla maglia nera, da cui pare non separarsi mai. Come pure dalla sua moto. Nella galleria degli stereotipi sul russo-medio non può non esserci Alexander Zaldostanov, 50 anni, meglio conosciuto come “il chirurgo”. Di lavoro fa il capo di un club di motociclisti, i “Night Wolves”, con cui periodicamente si accompagna anche Vladimir Putin, quando ha bisogno di nuovi impulsi alla retorica del leader macho e inossidabile.

Nostalgico dell’Urss e amico del presidente, di cui loda gli sforzi per “riportare la Russia alla sua grandezza passata”, il 23 agosto questa sorta di “coatto di Stato” ne ha fatta un’altra delle sue. A Volgograd (la ex Stalingrado sovietica), dal palco di uno spettacolo che più kitsch non si può, si è messo a citare con disinvoltura Stalin. Tra veterani della Seconda Guerra Mondiale, ricostruzioni di attacchi aerei nazisti, battaglie di carri armati e un tripudio di canzoni patriottiche e fuochi d’artificio, il biker più famoso di Russia è apparso da un palchetto sospeso in aria, tutto di pelle vestito, e ha recitato davanti a 250mila persone, e in diretta tv, alcune frasi attribuite al dittatore sovietico.
A iniziare è stata una voce fuori campo con accento georgiano (Stalin era nato in Georgia), che ha lasciato la parola a Zaldostanov. “Ci vorrà tempo, ma gli occhi delle nuove generazioni si rivolgeranno ai successi della nostra Patria…Il loro futuro sarà costruito sul nostro passato”, ha concluso la sua performance il re degli harleysti russi. Il testo è tratto dalle conversazioni di Stalin con la rivoluzionaria femminista Aleksandra Kollontai, del 1939. Dalla performance di Volgograd si è avuto il buon gusto di tagliare la parte in cui il dittatore sovietico denuncia il “sionismo” come la forza che tenta di infangare il nome del partito e del popolo sovietico “per vendicarsi dei nostri successi e conquiste”. L’effetto nostalghia, tra il pubblico che sorride orgoglioso, è così assicurato.

Prima dello spettacolo-concerto, Zaldostanov aveva presenziato con Putin all’inaugurazione della fontana ristrutturata “Ballo dei bambini”, uno dei simboli dell’inespugnata Stalingrado durante la Seconda Guerra Mondiale. (Qui photogallery dell’evento da Gazeta.ru)

Proprio le sue posizioni “troppo politicizzate” sono costate al chirurgo non poche critiche da parte degli altri circoli motociclistici del Paese. “I nostri ideali sono musica, moto, tempo libero e donne e non la politica”, aveva spiegato tempo fa Yevgeny Vorobyev, leader del club “Three Roads” in piena polemica col coatto di Stato.

Dating a Russian / 3 – O dell’eterna lotta tra cavaliere e cavernicolo

21 agosto 2013 Lascia un commento
Dolce e brutale quanto basta, il conte Vronskij nel film Anna Karenina (1967)

Dolce e brutale quanto basta, il conte Vronskij nel film Anna Karenina (1967)

Appena sveglia, Facebook mi regala un interessante articolo che riflette su un tema a lungo discusso con le amiche straniere a Mosca. E realizzo che la sintesi di serate passate a scambiarci impressioni sulle contraddizioni dell’uomo russo e del suo approccio damerino- neanderthaliano alla donna è che non potrai mai scegliere tra cavaliere e cavernicolo. Sei obbligata ad acquistare il pacchetto completo. Paghi uno, prendi due.

Il russo medio risponde a istinti primitivi. Vede il sesso come un favore che la donna fa all’uomo e mai il contrario. Ama di una “tenerezza selvaggia”. E’ maschilista, autoritario e con ogni probabilità violento. Ma solo perché l’amore, qui, si dimostra anche col possesso fisico, sostiene (alla faccia del femminismo!) l’autrice dell’articolo, una russa trapiantata a New York, un po’ troppo indulgente con i suoi connazionali.

Il russo medio ti regala fiori al primo appuntamento, non permette di versarti da sola il vino a tavola, ti apre la portiera dell’auto e paga per te sempre. Non conosce la parola tromba-amica (o la più raffinata “friend-with-benefits”), perché al buon sesso fa seguire impegno e responsabilità, quindi sarai sempre e comunque la sua fidanzata (I can’t help but feel like there’s a certain honor in the Russian man’s understanding that with great sex comes great responsibility…ahahahhahahahhahah).  UOMINI ITALIANI, PRENDETE APPUNTI!

Su come i russi vedono il tradimento, si apre poi un dilemma shakespeariano:  Is it more disrespectful to have casual sex with a girl and not call her your girlfriend, or call her your girlfriend and cheat? The Westerners said the latter, as though it were obvious, the Russian ones said the former, as if that were obvious. Io su questo punto, confesso di essere ancora dibattuta.

Qui il punto di vista delle nostre eroine ‘Kris e Angie’ (geni irraggiungibili nella parodia della russazza) sul tema del “se non ti picchia, non ti ama”. Angie è disperata: il suo fidanzato-oligarca non ha mai alzato le mani su di lei. Ne deduce che non la ama. Con l’amica di botox Kris, si ingegna per trovare il modo di provocare in lui una reazione brutale, degna del vero amore. Decidono di rovinargli la nuova jeep. A cose fatte, Angie chiama il suo uomo e gli comunica l’accaduto. Finita la breve conversazione, attacca il telefono e sospira: “Ha detto che stasera, quando torna a casa mi uccide”. E Kris: “Come vi invidio. Il vostro sì, che è vero amore!”.

Pance all’aria in campagna elettorale

19 agosto 2013 Lascia un commento
Mikhail Degtyarev (con cappellino a sinistra) e Vladimir Zhrinovksy del partito Ldpr in banya

Mikhail Degtyarev (con cappellino a sinistra) e Vladimir Zhrinovksy del partito Ldpr in banya

Se farsi fotografare a torso nudo con un cappellino di feltro in testa, circondato da pesce secco, birra, fogli di giornali e rami di betulla, prima di entrare in sauna, vi sembra di cattivo gusto e magari controproducente per un candidato sindaco in piena campagna elettorale, non siete Mikhail Degtyarev. Il 31enne, che nella corsa alla poltrona di primo cittadino di Mosca rappresenta il partito liberal-democratico (Ldpr) di Vladimir Zhirinovsky, ha messo tra le priorità del programma elettorale quello delle sovvenzioni pubbliche alle banye (le tradizionali saune russe). Nazionalista fino al grottesco, Dgtyarev ha spiegato alle telecamere che la banya, coi suoi poteri benefici, ha salvato la Russia dalla peste, mentre questa imperversava in Europa.
Con lui, a pancia all’aria in sauna, anche Zhirinovsky (nella foto, a destra), il quale ha spiegato così la scelta di un posto tanto insolito per incontrare gli elettori: “Il regime comunista è fallito soprattutto a causa della banya, dove centinaia di uomini s’incontravano a brontolare; è la banya russa ad aver causato la rivoluzione, è qui che matura il malcontento”.
Da non dimenticare che il nostro argutissimo Degtyarev, deputato alla Duma, ha proposto anche di concedere alle donne lavoratrici due giorni liberi al mese, per legge, in concomitanza con il ciclo mestruale. Se eletto sindaco, nelle elezioni del prossimo 8 settembre, è convinto che guiderà Mosca nella battaglia contro l’Anticristo!
Da (disgustate) fan del russo medio e della sua pancia, non possiamo che rimanere ammirate dalla scelta di fare del nostro oggetto feticcio strumento di campagna elettorale.
Per gli interessati al soggetto, su Foreign Policy un ritratto più serio del baldo Degtyarev.

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18 agosto 2013 Lascia un commento
In metro, linea Sokolnicheskaja

In metro, linea Sokolnicheskaja

Evoluzione estiva del russo medio, che rifugge qualsiasi classificazione.

In viaggio come a casa

17 agosto 2013 Lascia un commento

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Basta buttare un occhio a una qualsiasi carta geografica del mondo per rendersi conto che la Russia è un paese immenso. Il concetto di distanza da queste parti è un po’ diverso da quello di noi europei e la parola недалеко, non lontano, è una delle più pericolose – chiedendo indicazioni per strada non è raro che la risposta sia: “non è lontano, si arriva tranquillamente a piedi” e che poi ci si ritrovi a scarpinare per km.

I russi stessi sono un popolo molto mobile, spesso nel corso di una vita si spostano anche 4 o 5 volte di città, per seguire il coniuge, per studiare, per lavoro, perché hanno i parenti, per eventi particolari… “Mi sposo”, mi annunciò felicemente un’amica qualche anno fa, “ti volevo invitare al matrimonio. Per arrivare devi prendere il treno per Anapa, c’è il diretto da qui, non puoi sbagliare, poi ti vengo a prendere alla stazione”. Ok, il treno era diretto davvero, si, la mia amica mi venne effettivamente a prendere alla stazione, peccato che la stazione di arrivo distasse 48 ore e circa 2500 km di strada ferrata da quella di partenza. Недалеко, tutto sommato, se paragonato a Vladivostok….

Per affrontare viaggi del genere i russi, devo ammettere, sono attrezzatissimi. Non appena saliti in treno, si cambiano e si mettono in libertà (camicioni larghi per le donne, pantaloncini e canottierone per gli uomini, immancabile ciabatta da Podmoskov’e per tutti), che il viaggio sarà lungo, bisogna stare comodi e tenere i vestiti puliti e ordinati per quando si arriva a destinazione. Quindi iniziano ad estrarre dall’immancabile paket, elemento sine qua non del bagaglio di chiunque, cibi e bevande, imbandiscono il tavolino, tagliano i cetrioli, i salami e il formaggio, fanno la coda a inizio vagone per l’acqua calda per il te e via, rilassati nelle cuccette, in gruppi o in solitaria, iniziano a mangiare, conversare, leggere, dormire, e poi ancora conversare, leggere, mangiare, dormire, che il viaggio è lungo e bisogna pur far passare il tempo.

Ieri sera salendo in aereo per tornare a Mosca mi sono trovata a pensare che gli aerei hanno velocizzato gli spostamenti e hanno accorciato le distanze, ma un viaggio è sempre un viaggio, e bisogna stare comodi!

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17 agosto 2013 Lascia un commento
Passeggiata estiva

Passeggiata estiva. Zona metro Polyanka

Russo medio a spasso per il centro. Per saperne di più sull’argomento, leggere qui

Russo medio versione estiva: Get the look – accessori imprescindibili per mimetizzarsi e passare inosservati nel caos cittadino

14 agosto 2013 Lascia un commento

1- LA PODMOSKOVE: ciabatta in poliuretano espanso. Può essere nera ma anche di colori sgargianti quali il lilla il fucsia e l’azzuro cielo.
2- LA SPALAMERDA: nella sua versione estiva presenta fori di areazione ed è beige. da indossare RIGOROSAMENTE col calzino, (la versione invernale è nera e senza fori ma pressoché uguale); la punta, a metà tra un quadrato e un uncino, è perfetta , appunto, per spalare letame.

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3- LA MAGLIA A RETE: un must di ogni stagione,un evergreen che al primo raggio di sole fa capolino dall’armadio.
Può essere maglia, canotta o, un grande ritorno di quest’estate, a gilet da pescatore multitasca  (da portare direttamente sul torso nudo).

Mallet e maglia a rete

Linea Arbatsko-Pokrovskaya

4- ACCESSORIO MIMETICO: a scelta sui toni del grigio o del verde. Conferisce quell’ aria a metà tra il selvaggio, l’uomo che non deve chiedere mai  e l’indefesso difensore della patria.
5- LA BORSETKA il borsello, detto anche borsetka: per avere sempre con sè gli effetti personali.. (tipo le cicche all’aglio contro il raffreddore)  e dare quel tocco di mondanità ad un outfit casual.
6- IL MALLET: andava negli anni ’80, ma si sa –old is gold– e il vintage va per la maggiore adesso; quindi via a pettinature con frangetta spelacchiata sia in fronte che sul collo…. che, se poteva rendere sexy Mac Gyver, non sortisce esattamente lo stesso effetto sul nostro amico russo medio.
7-ma il vero russo medio, quello che non deve chiedere mai, d’estate, in centro, quando fa caldo, non ha bisogno di inutili accessori ma solo della sua panza. IL TORSO NUDO esibito con orgoglio e a tratti malizia (con immancabile assenza di physique du role) è un sempreverde nelle assolate strade centrali di Mosca. Può essere accompagnato da discutibili tatuaggi di dubbia provenienzafoto
8- PAKET: Ma dove vai se il paket non ce l’hai!! Guai a non avere il paket!!!! se non hai il paket non sei nessuno! Imprescindibile per uomini e donne vanta diversi modelli, dal più frivolo con fiori e fiocchetti al piu macho: nero con al massimo una striscia argentata. Trattasi di un sacchetto di plastica, ma non quello del supermercato, eh no, la classe, amici, non è acqua (semmai vodka). Questi sono sacchetti appositi, venduti nei sottopassaggi della metro da affabili  (..) vecchiette. Da adibirsi a: zaino per la palestra, zaino in cui riporre quaderni e matite, borsetka alternativa (vedi punto 5), sacchetto per la spesa, sacchetto contieni tutto, porta pranzo, accesorio moda. Non sei integrato in questo paese se non hai il paket, anche in borsa, da tirare fuori in caso di emergenza.

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9- TRIS di VODKA-PIVO-SEMECHKI: ora, lungi da me il voler per forza far passare il russo medio come un bruto dedito solo all’alcol (che poi in questa città se non bevi non puoi sopravvivere, parola mia), ma il connubio di birra o vodka e semi di girasole da sgranocchiare e di cui sputare a terra con sonoro disprezzo le bucce, sono gli elementi che distinguono un vero russo medio da un falso russo medio. La tecnica con cui in un sol colpo ben assestato, con una grandiosa coordinazione tra lingua e denti la bocca del russo medio sputi la buccia e ingoi il contenuto è per me tutt’ ora argomento di studio.
10- I GRANDI ASSENTI: DEODORANTE, chi era costui? – si chiede il russo medio al supermercato – e me lo chiedo anche io, ogni volta che salgo su qualsiasi mezzo di trasporto.

Esempi di look metropolitano in metropolitana

Esempi di look metropolitano in metropolitana