Il “coatto di Stato”
Capello lungo, barba, tatuaggi che arrivano sul collo e spuntano dalla maglia nera, da cui pare non separarsi mai. Come pure dalla sua moto. Nella galleria degli stereotipi sul russo-medio non può non esserci Alexander Zaldostanov, 50 anni, meglio conosciuto come “il chirurgo”. Di lavoro fa il capo di un club di motociclisti, i “Night Wolves”, con cui periodicamente si accompagna anche Vladimir Putin, quando ha bisogno di nuovi impulsi alla retorica del leader macho e inossidabile.
Nostalgico dell’Urss e amico del presidente, di cui loda gli sforzi per “riportare la Russia alla sua grandezza passata”, il 23 agosto questa sorta di “coatto di Stato” ne ha fatta un’altra delle sue. A Volgograd (la ex Stalingrado sovietica), dal palco di uno spettacolo che più kitsch non si può, si è messo a citare con disinvoltura Stalin. Tra veterani della Seconda Guerra Mondiale, ricostruzioni di attacchi aerei nazisti, battaglie di carri armati e un tripudio di canzoni patriottiche e fuochi d’artificio, il biker più famoso di Russia è apparso da un palchetto sospeso in aria, tutto di pelle vestito, e ha recitato davanti a 250mila persone, e in diretta tv, alcune frasi attribuite al dittatore sovietico.
A iniziare è stata una voce fuori campo con accento georgiano (Stalin era nato in Georgia), che ha lasciato la parola a Zaldostanov. “Ci vorrà tempo, ma gli occhi delle nuove generazioni si rivolgeranno ai successi della nostra Patria…Il loro futuro sarà costruito sul nostro passato”, ha concluso la sua performance il re degli harleysti russi. Il testo è tratto dalle conversazioni di Stalin con la rivoluzionaria femminista Aleksandra Kollontai, del 1939. Dalla performance di Volgograd si è avuto il buon gusto di tagliare la parte in cui il dittatore sovietico denuncia il “sionismo” come la forza che tenta di infangare il nome del partito e del popolo sovietico “per vendicarsi dei nostri successi e conquiste”. L’effetto nostalghia, tra il pubblico che sorride orgoglioso, è così assicurato.
Prima dello spettacolo-concerto, Zaldostanov aveva presenziato con Putin all’inaugurazione della fontana ristrutturata “Ballo dei bambini”, uno dei simboli dell’inespugnata Stalingrado durante la Seconda Guerra Mondiale. (Qui photogallery dell’evento da Gazeta.ru)
Proprio le sue posizioni “troppo politicizzate” sono costate al chirurgo non poche critiche da parte degli altri circoli motociclistici del Paese. “I nostri ideali sono musica, moto, tempo libero e donne e non la politica”, aveva spiegato tempo fa Yevgeny Vorobyev, leader del club “Three Roads” in piena polemica col coatto di Stato.
Se Vincent Cassell si arruola nell’Armata russa e canta Skyfall
Il coro dell’Armata russa omaggia Adele.
Postato e twittato da chiunque oggi, il video ha creato scompiglio tra russi e stranieri. Su internet c’è chi si lamenta di non riuscire più a lavorare: dopo aver scoperto l’esilarante performance, si è costretti a vederla in loop per ore. Da notare la non troppo remota somiglianza del solista con Vincent Cassel. Uomini russi, continuate a sorprenderci così!
Omofobia, pop music e paillettes
Per la serie, un-Paese-mille-contraddizoni: la Russia che vara la legge anti-gay è la stessa che osanna cantati dalla dubbia qualità artistica, ma carichi di lustrini, rimmel e piume. Da una parte la “propaganda omosessuale” diventa reato perseguibile col carcere, dall’altra il Renato Zero de Russia, Philipp Kirkorov (nonché ex marito della Barbra Streisand de Russia, Alla Pugacheva), è idolatrato dalle folle e festeggia il suo compleanno al Cremlino. The Atlantic prova a spiegare come, in un Paese dove solo il 16% della popolazione ritiene che l’omosessualità vada rispettata, cantanti che giocano sull’ambiguità dei loro gusti sessuali riscuotano, invece, un ampio successo… Is that Russians simply need an outlet to escape the binary heterosexuality that’s been imposed on them?
Difficile dare spiegazioni logiche, d’altra parte siamo anche noi fiere sostenitrici della tesi che Russia cannot be understood with the mind alone.
Вам куда? – Dove devi andare?
I tassisti in ogni grande città che si rispetti sono sempre una categoria a parte, ma qui in Russia sono una categoria di cui secondo me vale la pena approfondire la conoscenza.
In Russia esiste il concetto di taxi abusivo, che è uno dei mezzi di trasporto più usati da tutti, stranieri e locali, a qualsiasi ora e in qualsiasi condizione (fisica, psicologica e alcolica). E’ un metodo abbastanza sicuro e molto molto diffuso, a me, personalmente, è capitato di prenderlo da sola alle 4 del mattino senza problemi e raramente ho sentito raccontare storie di brutte esperienze.
Molti lo fanno come vero e proprio lavoro, altri come secondo lavoro, altri come completamento del loro lavoro (spesso sono autisti di qualcun’ altro e dotati di macchinoni dai vetri oscurati che nella loro pause arrotondano con qualche passaggio; l’autista della nostra azienda lo fa di continuo, ecco perché è spesso in ritardo, altro che traffico).
Le macchine sono tutte un programma, a descriverle non rende..si tratta per lo piu di vecchi scassoni di produzione russa con dei dettagli di pregio veramente kitch, tipo dei sedili super chic di Louis Vuitton.