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Pablo Neruda diceva che ci vogliono cinque condizioni per sentire come propria una città estranea: oltre a viverci, bisogna trovare per lo meno un amico, seppellirvi qualcuno di caro, ammalarsi, essere derubato e innamorarsi almeno una volta.
Mentre le prime quattro condizioni a Mosca possono facilmente verificarsi, la quinta appare così irrealistica, che ormai molte donne expat sembrano aver rinunciato all’amore. Almeno finché vivono in questa città. Noi siamo tra loro. Anche se vorremmo poterci ricredere.
Cosa ci distingue tanto dai russi, nei rapporti umani? Quali sono le dinamiche che regolano la vita di coppia, qui? Qual è il segreto del successo planetario delle donne russe? Perché, anche sforzandoci, studiando le loro tattiche, imitando i loro costumi, non potremmo mai ottenere lo stesso effetto sul maschio di qualsiasi nazionalità? Perché gli uomini russi sono ritenuti tra i peggiori al mondo, anche dalle loro stesse donne? Abbiamo speso migliaia di rubli in corsi di sesso orale, manicure, biancheria intima, astrologhe, party in limousine e in dacia, tacchi a spillo e cerette senza senso del pudore. Siamo uscite con ragazzi che ci hanno regalato fiori al primo appuntamento, salvo poi scomparire al secondo, inghiottiti da bevute di birra e vodka con amici incontrati per caso, mentre passavano a prenderci. Con ex boxer ceceni che per arrotondare facevano gli spogliarellisti agli addi al nubilato e pazzi convinti che Zhirinovsky abbia gli strumenti per invertire i poli magnetici.
Tra stereotipi e realtà, scontri di civiltà e inspiegabile passione per questo Paese, Moscakaos è un tentativo di risposta alla domanda che da anni ci rivolgono amici e conoscenti “come-fa-una-donna-italiana-a-vivere-a-Mosca?”. E’ una carrellata di notizie, assurdità (tutte accadute realmente), incomprensioni, tecniche di seduzione e consigli di sopravvivenza da una città su cui molti fantasticano, ma dove in pochi osano sbarcare. Spesso razzista, omofoba, maschilista, rozza, volgare e aggressiva, ma allo stesso tempo ospitale, colta, imprevedibile, di una bellezza mai rassicurante e di una vitalità onnivora.

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